IVA negli EAU: cosa è necessario sapere (Italian)
ERA NELL’ARIA GIÀ DA QUALCHE TEMPO E ALLA FINE È STATA CONFERMATA: ANCHE GLI EMIRATI ARABI UNITI AVRANNO L’IVA A PARTIRE DALL’1 GENNAIO 2018.
Precisiamo: non solo gli EAU ma tutti i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), che include anche l’Arabia Saudita, il Bahrein, il Kuwait, l’Oman e il Qatar. L’IVA non avrà niente a che vedere con il 22% italiano, intendiamoci. Stiamo parlando di un’aliquota del 5% che sarà applicata sulla vendita della maggioranza dei beni e sulle prestazioni di servizi: non in tutti i casi, vedremo più avanti quali saranno i casi di esclusione.
Si tratta di un mutamento radicale sia per i consumatori che per le società e le domande che potrebbero sorgere a chi qui negli EAU vive e lavora (o a chi sta pianificando di trasferirvisi) sono moltissime. Cercherò di rispondere il più chiaramente possibile nel seguente Domanda&Risposta sull’IVA:
D. Perché gli EAU hanno introdotto l’IVA?
R. La motivazione è sensata: gli EAU hanno necessità di rafforzare la propria base di reddito per sganciarsi quanto più possibile dal petrolio e dall’instabilità del suo prezzo, continuando l’impegno a differenziare l’economia interna. Il fatto che negli EAU individui e società non siano quasi praticamente tassati è sempre dipeso dal fatto che sono le compagnie petrolifere e gli istituti di credito a subire un prelievo tributario sui redditi, del 55% per le prime e del 20% per i secondi. Tuttavia, le problematiche connesse con l’instabilità del prezzo del petrolio hanno convinto i governanti emiratini a intraprendere la strada dell’introduzione dell’IVA per consentire di portare avanti, anche senza i proventi petroliferi del passato, “gli ambiziosi progetti e investimenti del Paese nei settori sociali, come la sanità, l’ambiente, la cultura, e nelle infrastrutture, in linea con il programma UAE Vision 2021”, secondo le parole del ministro dell’economia Sultan Al Mansouri.
D. Pagherò l’IVA per tutti gli acquisti che farò al supermercato?
R. No. 94 prodotti alimentari di base saranno esenti da IVA, insieme all’assistenza sanitaria, all’istruzione, alle assicurazioni, ai servizi sociali. Verrà emanata nel corso dell’anno una legge ad hoc che specificherà che cosa sarà tassato e cosa no. Ma, per darvi un’idea, alimenti come frutta fresca, caffè, te, farine, zucchero, pasta, latte per bambini sono considerati prodotti alimentari di base e quindi saranno esenti da IVA, mentre il cioccolato o le caramelle o i cibi cotti o trasformati non vengono considerati “beni di prima necessità”e saranno quindi presumibilmente tassati.
D. Per i prodotti elettronici, d’abbigliamento, d’arredamento e altri articoli non essenziali, dovrò aspettarmi un prezzo maggiore a seguito dell’applicazione dell’IVA?
R. Sì. Dato che l’IVA sarà applicata ai beni non essenziali, se voglio acquistare, per esempio, uno smartphone da 2.600 dirham dovrò aspettarmi di pagare 130 dirham in più. Per alcuni elettrodomestici le aziende potrebbero decidere di assorbire parte dell’IVA per mantenere i loro prodotti competitivi, ma in linea di massima il consumatore deve essere consapevole che il prezzo finale sarà più alto perché IVA incluso.
D. E riguardo i biglietti aerei? È prevista l’applicazione dell’IVA?
R. Non è ancora chiaro ma probabilmente gli EAU seguiranno l’esempio della maggior parte del resto del mondo, dove il trasporto passeggeri prevede l’IVA con aliquota zero.
D. Il turismo sarà un settore tassato?
R. Sì. Le entrate generate dal turismo costituiscono un’importante fonte di reddito per gli EAU e quindi i soggiorni alberghieri, la ristorazione, i parchi divertimento, i servizi turistici in genere, saranno imponibili IVA. Il turismo genera ovviamente un indotto economico per il consumo di prodotti nel commercio interno, che saranno assoggettati ad IVA. È comunque in fase di valutazione la possibilità di richiedere il rimborso dell’IVA, come accade per altri paesi, anche se si presume che l’esiguità dell’aliquota non giustifichi i costi che il governo dovrà sostenere per l’espletamento delle formalità di rimborso.
D. Verrà applicata l’IVA nel Real Estate?
R. Il Real Estate è il settore più complicato sul quale il governo deve determinare le forme di applicazione dell’IVA. Il regime dell’IVA potrà variare a seconda che si tratti di vendita di terreni edificabili, immobili commerciali o immobili residenziali. Anche l’affitto, se commerciale o residenziale, potrà subire delle differenze in termini di IVA.
In linea di principio le operazioni tra società operanti nel settore del Real Estate dovrebbero essere assoggettate ad IVA e verranno applicate forme di esenzione a favore di persone fisiche che acquisteranno immobili per uso abitativo e non per investimento.
D. L’IVA al 5% aumenterà il costo della vita negli EAU?
R. E’ inevitabile che l’introduzione dell’IVA graverà sui consumatori finali, pertanto i prezzi subiranno nel 2018 un prevedibile aumento, seppur contenuto, che potrebbe causare un effetto inflazione.
D. Ci sono altre tasse che gli EAU stanno prendendo in considerazione?
R. La possibilità c’è, ma non nell’immediato futuro, in quanto sono ancora in fase di studio. Il Ministero delle Finanze ha comunque precisato che non è prevista al momento alcuna forma di imposta sul reddito personale.
D. L’IVA sarà un costo per le società?
R. Se la tua attività fornisce beni o servizi che sono soggetti ad IVA (inclusa con aliquota zero), hai il diritto alla detrazione dell’IVA sui costi sostenuti. Se invece conduci un business esente da IVA e non puoi quindi recuperarla sui costi sostenuti, l’IVA rappresenterà un costo per la tua attività, in quanto i tuoi fornitori applicheranno l’IVA che tu non potrai recuperare. Diventa a questo punto fondamentale analizzare con il supporto di professionisti specializzati caso per caso la situazione e verificare il miglior modo per esser pronti e non subire passivamente l’impatto dell’IVA, sempre nel pieno rispetto della norma. In taluni casi potrebbe rendersi necessaria una radicale revisione della struttura giuridico-societaria, per renderla adeguata alle necessità fiscali e di business.
D. Come devono prepararsi le società all’introduzione dell’IVA?
R. Prima di tutto devono capire in che modo l’IVA impatterà sul business e sul loro modello operativo e, se si rendono conto di non essere attrezzate internamente per far fronte a questo cambiamento, dovrebbero fare delle modifiche sostanziali in ambito di finanza e controllo, inserendo anche nuovi professionisti specializzati e nuova tecnologia. Di fatto viene introdotta l’obbligatorietà delle scritture contabili, che saranno soggette a controlli, pertanto sarà fondamentale affidarsi all’assistenza di professionisti con grande esperienza, specializzati in materia.
D. Cosa succede se una società non paga l’IVA?
R. È certo che verranno applicate delle sanzioni molto elevate se si risulta inadempienti, anche rispetto agli standard utilizzati in altri paesi, e per questo motivo è fondamentale per le società implementare correttamente il nuovo regime fiscale e le nuove procedure.
D. Con quanta frequenza le società saranno tenute a presentare le liquidazioni IVA?
R. Ogni tre mesi per la maggior parte delle società.
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